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Una favoletta antica per chiarire il valore della professionalità in Italia

Una favoletta antica per chiarire il valore della professionalità in Italia

Una favoletta antica per chiarire il valore della professionalità in Italia

  • Posted by Emanuela Ascione
  • On 8 Luglio 2016
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Un ingegnere fu chiamato a riparare un computer molto grande ed estremamente complesso, un computer del valore di 12 milioni di dollari.
Sedutosi di fronte allo schermo, premuti alcuni tasti, annuì, mormorò qualcosa tra sé e lo spense.
Prese un piccolo cacciavite dalla tasca e girò a metà a una piccola vite. Poi accese di nuovo il computer e scoprì che funzionava perfettamente.
Il presidente della società fu felice e si offrì di pagare il conto sul posto.
– “Quanto le devo?” – chiese
– “In totale mille dollari”
– “Mille dollari?! Mille dollari per un paio di minuti di lavoro?! Mille dollari, semplicemente per aver girato una piccola vite?! Io so che questo super computer costa 12 milioni di dollari, ma… mille dollari è un importo pazzesco! Pagherò solo se mi invia una fattura dettagliata che giustifichi perfettamente questa cifra!”
Il tecnico informatico annuì e se ne andò.
La mattina seguente, il Presidente ricevette la fattura, lesse attentamente, scosse la testa e procedette a pagare, senza indugio.
La fattura riportava:
Servizi offerti:
– Serrare una vite: Dollari 1
– Sapere quale vite serrare: Dollari 999

L’articolo di oggi prende spunto da questa favoletta morale abbastanza antiquata ma sempre attuale nella nostra “integgerima” Nazione dove la concorrenza la fa padrona. Così ben contestualizzata in un Meridione come il nostro nel quale la professionalità non viene valorizzata come dovrebbe o almeno non sempre.
Una riflessione nata da un invio casuale di messaggi con l’Ingegner Ascione, titolare della ditta Iside Disinfestazione Napoli e da una mia curiosità del perchè quella favoletta inoltratami fosse per lei così apprezzabile.
La risposta esaustiva, soddisfacente e stimolante è stata: ” Francesca perchè in questo periodo storico e in particolare nella nostra attività di disinfestatori la svalutazione della propria professionalità da parte di coloro che ignorano, non riconoscono o addirittura svalutano il lavoro enorme che c’è dietro le quinte è una battaglia quotidiana”.
Mi racconta che le è capitato di dover ascoltare clienti che lamentavano un prezzo elevato a fronte di una prestazione di disinfestazione o derattizzazione di appena un’ora con conseguenti richieste di sconti indecenti o paragoni con il fai da te o esclamazioni del tipo: ” Ma che ci vuole a farlo? Il mio giardiniere avrebbe eseguito il lavoro con pochi soldi”.
Beh alzi la mano il professionista che non abbia mai sentito dire frasi di questo genere, che non abbia percepito o udito dire siete costosi.
Il problema è sempre lo stesso: il cliente italiano è spesso oggetto di truffe da parte di improvvisati professionisti che millantano sconti a piè di lista che suonano come una sorta di ingiusto privilegio a fronte di un servizio non eseguito a regola d’arte e non a norma oppure è avvezzo a muratori, idraulici, avvocati azzeccacarbugli, imprenditori di ogni sorta e potrei continuare con un elenco indecente di “non professionisti” che ti presentano un conto elevato mangiandaci sopra, personaggi sbrigativi privi di una formazione adeguata e di strumenti adeguati, i quali dimenticano “casualmente” di rilasciare fatture.
Perchè cari clienti quello che fa la differenza in ogni campo sono proprio queste variabili: formazione e aggiornamento continuo, correttezza, onestà intellettuale e morale, esperienza, scelta e capacità di utilizzo di strumenti, costo di apparecchiature e materiali innovativi, idonei e sicuri.
La formazione e l’esperienza deve avere un valore e quindi un costo preciso.
Viene dato per scontato che alla base del saper fare ci sia la conoscenza. Tuttavia la preparazione comporta studio, tempo e ovviamente denaro. E investire in formazione consente a qualunque professionista di costruire competenze solide e garantire affidabilità e tranquillità a quanti scelgano di rivolgersi a lui.
Questo vale soprattutto nel campo della disinfestazione.
La professione del disinfestatore è delicata, richiede una preparazione multidisciplinare, senso di responsabilità, competenza nell’utilizzo di materiali come insetticidi o altro che se usati in modo non corretto danneggiano l’operatore e l’ambiente che lo circonda.
Mi raccontava l’ingegnere Ascione che i suoi collaboratori si sporcano le mani, passano ore in macchina, sono esposti alle intemperie, respiranno di tutto, non conoscono stagioni, giorno, notte, dipanano matasse che nessuno vorrebbe o potrebbe fare perchè avere a che fare con gli infestanti non è piacevole per nessuno. E tutto questo aggiornandosi continuamente, partecipando a seminari, conferenze e corsi di aggiornamento e perfezionamento per apprendere tecniche all’avanguardia . E questo costa soldi e tempo; tempo tolto alla famiglia. La sera le maestranze rientrano con le ginocchia della tuta sporche. Per non parlare di chi assume ruoli gestionali, amministrativi, commerciali, di consulenza etc. Non c’è solo l’operaio che esegue la disinfestazione, c’è dietro un team di esperti che lavora, ecco perchè il prezzo non può essere tenuto entro limiti molto stretti; per garantire la giusta redditività a chi opera e per offrire un servizio efficace ed efficiente. E come quando si va dal medico: tutti ci ziattiamo e paghiamo riconoscendo a quelle mani che operano un valore e poi perchè altrimenti la paura di non guarire ci perseguita. Non chiediamo di essere seguiti da un medico improvvisato..lo stesso deve valere per qualunque professione.
Ieri raccontavo all’Ingegnere che non è sola, che l’importante è continuare a non svendere la propria professione, che anche nel mio caso, vendere semplicemente parole comporta studio, lettura, empatia con chi hai di fronte, uno sforzo di fantasia che ti accompagna tutto il dì e al quale devi rispondere anche quando non sei concentrato, emozioni e pensieri tuoi alla mercè di un opinione pubblica spesso critica. E sono contenta di aver ricevuto un incentivo da parte di una giovane donna a capo di un’azienda nel ricordarmi, che nonostante tutto io come lei, anche se in campi differenti, abbiamo incontrato anche persone obiettive che, al contrario, hanno palesemente riconosciuto che quello che veniva offerto andava pagato per il valore di quello che c’era in facciata e dietro. Insomma un bell’incoraggiamento per tutti i “veri” professionisti a non demordere.
A proposito la morale della favoletta sapete quale era?
“Si vince per quel che si sa, non per quel che si fa…”

 

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